La cooperativa è attualmente composta di 13 soci, di cui 6 soci Fondatori, 5 lavoratori (part-time) e 2 volontari.
Con la cooperativa collaborano tanti volontari delle varie strutture caritative delle comunità del territorio.
Le famiglie che entrano nel progetto possono rimanervi da pochi mesi a qualche anno, ma l’attenzione a non cronicizzare le situazioni porta la media sui 16 mesi.
La cooperativa, mediamente serve 30 famiglie quotidianamente, ma dall’inizio delle attività i nuclei transitati nel progetto sono circa 100.
Tutto nasce dal desiderio di alcuni cristiani di generare nuovi stili di vita…
Fin dal 2012 all’interno di esperienze caritative delle comunità cristiane, si notavano tendenze di tipo assistenzialista, che faticavano a mettere al centro la relazione tra le persone, a valorizzare le capacità di ciascuno. Preoccupati di dare risposte a bisogni, si trascurava la vicinanza che rende possibile a ciascuno esprimere al meglio le proprie capacità. Contemporaneamente emergeva sempre di più la realtà dello spreco alimentare, che si genera nei processi di produzione e distribuzione dei cibi anche cotti. Uno spreco che danneggia tutti, anche il nostro pianeta; ma che mostra una cultura dello scarto che parte dal cibo… per divenire mentalità che toglie dignità all’uomo
Papa Francesco:
Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. […] Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo […] Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi. […] Vorrei allora che prendessimo tutti il serio impegno di rispettare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni persona, di contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro.
L’incontro con una cooperativa sociale umbra (Babele sociale cooperativa sociale) e la loro esperienza, da il via al progetto nei comuni di Terre d’acqua da giugno del 2016.
Al termine del 2019 nasce Pensa Solidale che rileva il progetto fino ad allora gestito da Babele e lo continua, implementandolo con esperienze di coordinamento di attività educative (tipo “doposcuola”) in realtà in cui è già presente il servizio di Dispense Solidali.